Emmeline Pankhurst: la prima donna che ha combattuto e vinto la battaglia per il voto alle donne #31donnechehannocambiatoilmondo

Emmeline Goulden Pankhurst è stata una attivista e politica britannica che ha combattuto strenuamente affinché fosse concesso il diritto di voto al le donne, fino ad allora ad esclusivo appannaggio degli uomini. La sua battaglia è stata vinta nel 1918.
Noi donne di oggi, dobbiamo molto ad Emmeline per ciò che ha fatto e per averci aperto la strada a nuovi traguardi di parità di genere, prima impensabili.
Se solo fossi un maschio!Robert Goulden
Emmeline Goulden Pankhurst nasce a Manchester, 15 luglio 1858, in una famiglia dell’alta borghesia, da Robert Goulden e Sophia Crane. All’età di 7 anni circa, nella tranquilla vita di Emmeline, accadde qualcosa che divenne la miccia per far partire il suo motore, divenne il suo obiettivo primario da raggiungere a qualsiasi costo: una notte mentre era nel suo letto i genitori le si avvicinarono per darle la buonanotte e il padre, convinto che stesse dormendo, le mentre le dava il bacino della buonanotte sussurrò: “Se solo fossi un maschio!”.  Da quel momento nella visione di Emmeline fu chiaro che nella società la donna non era abbastanza importante, che essere donna era considerato quasi una sventura perché non avrebbe potuto comunque fare tante delle attività professionali, politiche, sociali e personali che erano concesse agli uomini. Si sentì chiamata a difendere i diritti delle donne e fu dal quel momento che sviluppò gli ideali sul diritto di voto per le donne.
L’anno dopo il completamento dei suoi studi alla celebre Ècole Normale di Neuilly, nell’autunno del 1878, conobbe Richard Marsden Pankhurst, di professione avvocato, che sarebbe diventato da lì a poco suo marito, nonostante 24 anni di differenza che intercorrevano tra loro! Emmeline parlò a Richard del suo sogno ed i due coniugi si impegnarono subito in favore dell’uguaglianza politica delle donne.
Promotrice di vari gruppi, primo fra tutti Women’s Franchise League, la Lega per il diritto di voto alle donne, diede un grosso contributo all’ottenimento, nel 1894, del diritto al voto per le donne nelle elezioni locali.
Nel 1903 fondò il Women’s Social and Political Union, l’Unione sociale politica e femminile, che si prefiggeva come principale obiettivo l’estensione del suffragio alle donne
Nel 1905 fu condannata e imprigionata per aver interrotto una riunione del partito liberale chiedendo che venisse posto in discussione il tema caldo del diritto di voto alle donne. Il movimento si proponeva come forza esterna alle formazioni partitiche e spesso fu a queste contrapposto. In particolare, le suffragette combattevano una dura battaglia ideologica nei confronti degli esponenti liberali, considerati il principale ostacolo per l’attuazione delle proprie rivendicazioni, ed erano invece vicine al partito laburista indipendente, cui si appoggiarono politicamente. I metodi di protesta del movimento divennero sempre più esasperati, a volte violenti provocando la distruzione di edifici pubblici, suscitando riprovazione e conseguenti reazioni di totale disapprovazione da parte delle autorità.
Nel maggio del 1914 Emmeline Pankhurst viene nuovamente arrestata, questa volta davanti a Buckingham Palace, mente tenta di portare una petizione al re Giorgio V.
Poco dopo scoppiò la Grande Guerra, con le sue inevitabili ripercussioni in ambito umano, politico e sociale, e questo fece sì che le suffragette, in cambio della liberazione di tutte le detenute per reati politici da parte del governo inglese, sospendessero la propria battaglia.
In quegli stessi anni, l’infaticabile Emmeline continuò a portare avanti i suoi ideali promuovendo una grande campagna di sensibilizzazione sul tema del suffragio universale, in altri paesi, come gli Stati Uniti, il Canada e la Russia. Al suo ritorno in Inghilterra, le autorità avevano già concesso il diritto di voto alle donne a partire dal 1918, ponendo fine ad una sacra lotta del genere femminile per il riconoscimento della parità dei diritti.
Nel 1926, Emmeline riprese ad occuparsi attivamente di politica, la vera passione della sua vita, stavolta accanto ai conservatori. Morì nel 1928 a Londra.
Le sue tre figlie, Christabel, Sylvia e Adela, continuarono la lotta iniziata dalla madre.
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Qualche cenno sulla storia del voto alle donne dalla Rivoluzione Francese:

La lunga storia sul diritto di voto alle donne affonda le radici agli albori della modernità, con la Rivoluzione francese.

Francia: una prima richiesta del riconoscimento dei diritti infatti venne fatta proprio all’Assemblea degli Stati Generali, nel 1789, con i “Cahier de Doléances des femmes”.  Negli stessi anni Olympe de Gouges pubblicava il suo romanzo “Le prince philosophe”, iniziando ad agitare l’opinione pubblica sui diritti delle donne, ma la sua azione entrò pesantemente in conflitto con il progetto politico di Robespierre, e per questo venne ghigliottinata. In Francia il diritto di voto alle donne, nonostante aspre lotte, fu concesso solo due secoli dopo nel 1945.

Regno Unito: in concomitanza con quanto si stava verificando in Francia sui diritti di voto alle donne, anche nel Regno Unito si pubblicavano libri a sostegno della tesi della de Gouges: Mary Wollstonecraft pubblicò, nel 1792, “A Vindication of the Right of Women”, mentre in tutta Europa iniziavano a formarsi i primi circoli femminili. La battaglia fu vinta dalle Suffragette di Emmeline Pankhurst nel 1918. 

 Stati Uniti: Il primo paese a riconoscere parzialmente il suffragio femminile fu lo Stato del Wyoming nel 1869, e nello stesso anno, negli Stati Uniti, si verificarono movimenti analoghi a quelli inglesi, ma le donne riuscirono a ottenere il suffragio universale solo nel 1920, dopo la fine della prima guerra mondiale. Tra le leader del movimento statunitense deve essere ricordata Alice Paul.

Italia: i gruppi di suffragette assunsero caratteri meno irruenti perciò le suffragette italiane rimasero un fenomeno di poco conto. Le discussioni sul tema furono a livello politico e furono portate avanti per vari anni, coinvolgendo non solo i partiti politici, ma anche la Chiesa e vari movimenti sociali. Il 20 gennaio 1945 Togliatti scrisse una lettera a De Gasperi nella quale affermava che fosse necessario porre la questione del voto alle donne nell’imminente consiglio dei ministri. Il 30 gennaio 1945 nella riunione del consiglio dei ministri, come ultimo argomento, si discuteva del voto alle donne. La questione fu esaminata con poca attenzione ma la maggioranza dei partiti (a esclusione di liberali, azionisti e repubblicani) si dimostrò favorevole all’estensione. Il 31 gennaio 1945 venne emanato il decreto legislativo luogotenenziale n. 23 che conferiva il diritto di voto alle italiane che avessero almeno 21 anni. Le uniche donne a essere escluse erano citate nell’articolo 354 del regolamento per l’esecuzione del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza: si trattava delle prostitute schedate che lavoravano al di fuori delle case dove era loro concesso di esercitare la professione.
Il 21 ottobre 1945 papa Pio XII, in presenza delle presidenti del CIF, si dimostrò favorevole al suffragio femminile affermando: “ogni donna, dunque, senza eccezione, ha, intendete bene, il dovere, lo stretto dovere di coscienza, di non rimanere assente, di entrare in azione [..] per contenere le correnti che minacciano il focolare, per combattere le dottrine che ne scalzano le fondamenta, per preparare, organizzare e compiere la sua restaurazione”. Con queste parole Pio XII, adeguatosi ai tempi, aveva interrotto la tradizione clericale in merito alla questione. 
Tutto si compì il 10 marzo 1946: da questa data in poi le donne potevano considerarsi cittadine con pieni diritti, di voto e di essere votate. 
Altri Paesi: l primo paese ad introdurre il suffragio universale fu la Nuova Zelanda nel 1893, e solo più tardi la Finlandia nel 1906 e la Norvegia nel 1907. In Germania le donne ottennero tale diritto nel 1919. La Svizzera riconobbe il diritto di voto alle donne solo nel 1971.
Fonti:
My Own Story di Emmeline Pankhurst – Hesperus Press, 1914
Suffragette. La mia storia di Emmeline Pankhurst – Castelvecchi, 2015
L’avventurosa storia del femminismo di Gabriella Parca – Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. – Milano
Tiziana Giusto
info@tizianagiusto.it

Professionista del coaching, della comunicazione, della crescita personale, professionale e dell’Empowering al Femminile. Ti supporto nella tua crescita personale, attraverso percorsi e formazione mirata.

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