Billie Jean King: la donna della “Battaglia dei sessi” nello sport e molto altro ancora… #31donnechehannocambiatoilmondo

Billie Jean King è considerata una della più grandi giocatrici di tennis e atlete della storia.
È stata una inarrestabile sostenitrice della lotta contro il sessismo nello sport e nella società, dimostrando il suo valore sul campo. Si è inoltre battuta per i diritti degli omosessuali.
La sua storia ha tante sfaccettature e le si potrebbero dare diverse interpretazioni, dalla ragazza che compie la scalata sociale che da figlia di una casalinga e di un pompiere diventa milionaria; oppure l’odissea di una donna che, dopo un matrimonio difficile segnato da un aborto e molte incomprensioni, si scopre omosessuale; oppure, come a me piace ricordarla, la storia di una grande, grandissima sportiva, che ha scoperto il suo più grande talento, ha lavorato sodo ed è stata molto competitiva perché credeva in se stessa e voleva ottenere solo i migliori risultati.
“Fare sport ti insegna la forza di carattere, ti insegna a giocare secondo le regole, ti insegna come ci si sente a vincere e a perdere. Ti insegna la vita”
Durante la sua carriera ha vinto 12 titoli singolari, 16 titoli di doppio e 11 titoli di doppio misto del Grande Slam. La partita di tennis per la quale il pubblico la ricorda di più è la “Battaglia dei sessi” del 1973, nella quale sconfisse Bobby Riggs, vincitore del singolare a Wimbledon, che è stato il numero 1 al mondo negli anni 1941, 1946 e 1947 e che aveva deriso il gioco femminile.
È la fondatrice della Women’s Tennis Association (WTA).
Billie Jean Moffitt, nacque a Long Beach il 22 novembre 1943 in una famiglia tradizionalista, figlia di un vigile del fuoco e di una casalinga. Suo fratello più giovane, Randy Moffitt diventò un giocatore di baseball professionista, militante per 12 anni nella Major League Baseball (MLB) per i San Francisco Giants, gli Houston Astros ed i Toronto Blue Jays.
La Moffit imparò a giocare a tennis nei campi da tennis pubblici di Long Beach, in California. Dopo aver frequentato la Long Beach Polytechnic High School ed essere diventata membro del Zayn Welfare Sorority, ottenne le luci della ribalta nel 1961 quando, all’età di 17 anni, vinse il titolo del doppio femminile a Wimbledon alla sua prima apparizione (con la partner Karen Hantze Susman). Sempre a Wimbledon nel 1962, sconfisse la numero uno al mondo e prima testa di serie Margaret Court in una sbalorditiva partita di primo round dopo che la Court stava conducendo 5-2 nel terzo set.
Nel 1965 sposò lo studente di giurisprudenza Lawrence King dal quale divorziò nel 1987.
Nel 1966 la King vinse il primo dei sei titoli singolari a Wimbledon. L’anno seguente riuscì a ottenere sia il titolo a Wimbledon che agli U.S. Open.
Il suo tratto distintivo era la sua aggressività a rete, grazie ad una eccellente velocità e una personalità molto competitiva.
“La vittoria è momentanea. Perdere è per sempre.” 
King fu una dei pilastri dell’apertura del tennis al professionismo. Prima dell’inizio dell’era open nel 1968, guadagnava 100$ a settimana come istruttrice di tennis e fu studentessa alla California State University, a Los Angeles, mentre partecipava ai maggiori tornei di tennis. Nel 1967 criticò la United States Tennis Association (USTA) in una serie di conferenze stampa, denunciando quello che lei chiamava “Shamateurism” (da shame, vergogna), cioè il pagamento troppo basso da parte dell’associazione alle giocatrici tanto da non poter permettere loro di iscriversi ai tornei. La King sostenne fortemente la sua tesi contro la corruzione dell’associazione che rendeva il gioco estremamente elitario. Quando iniziò l’era open, lanciò una campagna a favore di uguali vincite in denaro sia nei tornei maschili che in quelli femminili.
Nel momento in cui la situazione finanziaria del gioco femminile migliorò leggermente grazie agli sforzi del World Tennis Founder e del Publisher Gladys M. Heldman, la King diventò il primo atleta donna a guadagnare oltre 100.000$ in vincite nel 1971.
Nel 1971 ebbe un aborto. In un’intervista a 60 Minutes nel 1972 disse che lei e suo marito, Lawrence King, non erano pronti ad avere un bambino in quel momento perché entrambi erano impegnati a causa della loro carriera e non potevano dedicare tempo a bambini.
Nel 1971, incominciò una relazione intima con la sua segretaria Marilyn Barnett. Riconobbe la relazione dieci anni più tardi quando questa emerse pubblicamente durante una causa. Divenne così la prima atleta statunitense a riconoscere apertamente di aver intrattenuto una relazione omosessuale.
Le disuguaglianze nella consistenza dei premi continuarono. Nel 1972 vinse gli U.S. Open ma ricevette 15.000$ meno del campione maschile Ilie Năstase. Dichiarò che nel caso l’anno successivo la vincita non fosse stata uguale a quella maschile, lei non avrebbe giocato. Nel 1973, gli U.S. Open diventarono il primo grande torneo a offrire uguali vincite in denaro sia ai giocatori che alle giocatrici.
Nonostante i successi della King ai migliori tornei di tennis in tutto il mondo, il pubblico americano la ricorda meglio per la sua vittoria contro un uomo di 55 anni nel 1973. Bobby Riggs fu tra i primi giocatori di tennis negli anni ’30 e ’40 della classifica sia amatori che professionisti, diventando, a metà degli anni ’40, il miglior giocatore al mondo. Successivamente si dedicò alle partite di esibizione. Nel 1973, dopo aver dichiarato, prendendo il ruolo di sciovinista maschile, che il gioco femminile era talmente inferiore a quello maschile che anche un uomo di 55 anni come lui avrebbe potuto battere la prima giocatrice al mondo, sfidò e sconfisse 6-2 6-1 Margaret Court. La King, che precedentemente aveva rifiutato di sfidarsi con Riggs, accettò una ottima offerta finanziaria per giocare contro di lui allo Houston Astrodome nel Texas il 20 settembre 1973, in un evento soprannominatoLa Battaglia Dei Sessi” (“Battle Of The Sexes”), che ebbe molto risalto: erano presenti 30.492 spettatori, e 50 milioni di telespettatori erano collegati da 37 nazioni. La King fece tesoro dell’esperienza acquisita guardando la disfatta della Court: impostò un gioco d’attacco e sorprese Riggs, che fu costretto a giocare in uno stile serve-and-volley per lui innaturale e per cui non era preparato. Così, la King vinse per 6-4, 6-3, 6-3. Il match è tuttora considerato un evento molto significativo per lo sviluppo del rispetto e del riconoscimento dato al tennis femminile. La King disse:
“Ho pensato che saremmo tornati indietro di 50 anni se non avessi vinto quella partita. Avrebbe rovinato il circuito femminile e fatto perdere l’autostima a tutte le donne”
La King supportò la nascita del primo torneo femminile a livello professionistico negli anni ’70 (il torneo di Virginia Slims, fondato da Gladys M. Heldman e finanziato da Joseph Cullman della Philip Morris) e una volta che il torneo prese piede lavorò senza pausa per promuoverlo. Divenne il primo presidente dell’associazione delle giocatrici (la WTA) nel 1973. Nel 1974, fondò la rivista “Womensports” e avviò la Women’s Sports Foundation. Inoltre aiutò a fondare il World Team Tennis.
“Qualunque donna che voglia raggiungere un obiettivo dev’essere aggressiva e dura.”
Il trionfo della King agli Open di Francia del 1972 fece di lei la quinta donna nella storia del tennis a vincere i titoli di ognuna delle quattro prove del Grande Slam. Vinse anche tutte le prove dello Slam nel doppio misto. Nel doppio femminile non riuscì a conquistare solamente gli Australian Open. Vinse ben 20 titoli a Wimbledon: 6 singolari, 10 doppi femminili e 4 doppi misti (condivide il record con Martina Navrátilová la quale ottenne anche lei 20 titoli a Wimbledon).
La King si ritirò dai tornei di singolare alla fine del 1983 e dichiarò di aver deciso di giocare nel 1982 e nel 1983 solamente perché aveva bisogno di soldi per pagare gli avvocati che la difesero nella causa di divorzio con l’accusa di omosessualità, e che non avrebbe voluto giocare a 38-39 anni.
Riuscì ad arrivare in semifinale alla sua ultima apparizione a Wimbledon perdendo da Andrea Jaeger per 6-1 6-1 dopo aver sconfitto Kathy Jordan per 7-5 6-4 nei quarti, Wendy Turnbull per 7-5 6-3 agli ottavi e Rosie Casals, la sua partner di doppio per molto tempo, per 6-3 6-4 al terzo round. L’ultima partita di singolare la giocò al secondo round degli Australian Open del 1983 contro Catherine Tanvier perdendo per 7-6 4-6 6-4.
La King giocò tornei di doppio sporadicamente dal 1984 al 1990. Si ritirò dalle competizioni in doppio nel marzo del 1990. Nel suo ultimo match di doppio, lei e la sua partner Jennifer Capriati, persero una partita di secondo round contro Brenda Schultz-McCarthy e Andrea Temesvári 6-3 6-2 al torneo di Virginia Slims in Florida.
Seguendo la classifica stilata dal “London Daily Telegraph” alla fine di ogni anno dal 1914 al 1972, la King risultò essere prima giocatrice al mondo per tre volte: 1966, 1967 e 1968. Fu prima anche nel 1972 quando la classifica ufficiale fu stilata dalla Women’s Tennis Association.
Durante la sua carriera, la King vinse 67 titoli da professionista e 37 da amatore in singolare e aiutò gli Stati Uniti a vincere la Fed Cup per ben 7 volte.
Nel 2001 ricevette un riconoscimento dal Gay And Lesbian Alliance Against Defamation, un’organizzazione nata per ridurre la discriminazione contro le persone gay, lesbiche e bisessuali, per “aver dato visibilità e importanza alla comunità nel proprio lavoro”. Il riconoscimento fu dato per la sua partecipazione nella produzione e nella libera distribuzione di filmati educativi, così come per aver dedicato il proprio tempo ad associazione per la lotta contro la Sindrome da Immunodeficienza Acquisita (AIDS).
In un programma della PBS, trasmesso il 20 marzo 2005, dichiarò che l’affermazione del proprio orientamento sessuale è stata la lotta più grande della sua vita, precisando di esser cresciuta in una famiglia tradizionalista, che le ha impedito di esprimere apertamente il suo orientamento, in contrasto a giocatrici meno inibite quali Martina Navrátilová.
Nel 2013 viene scelta come rappresentante statunitense della delegazione in missione ai Giochi olimpici di Sochi 2014, assieme ad altri atleti omosessuali. L’inclusione di atleti dichiaratamente omosessuali nella delegazione statunitense e la rinuncia a partecipare del presidente Barack Obama sono stati interpretati come messaggio politico alla Russia, che ha leggi molto restrittive nei confronti delle persone omosessuali.
Molti personaggi dell’arte, della musica e dello spettacolo hanno dedicato alla King qualcosa di loro produzione. Per esempio Elton John ha dichiarato che la canzone “Philadelphia Freedom” è un tributo alla King, di cui è molto amico; Charles M. Schulz, creatore dei Peanuts, fu un altro degli ammiratori e amico della King, che citò diverse volte nei Peanuts durante gli anni. In una strip, Peppermint Patty dice a Marcie (Peanuts), “Nessuno ti ha mai detto che quando ti arrabbi sembri proprio Billie Jean King?”; Michael Jackson presentò al suo produttore Quincy Jones il demo del brano Billie Jean quest’ultimo gli propose di reintitolarlo ‘Not My Lover’ perché era convinto che la gente avrebbe pensato che Michael avesse avuto una relazione con la King; Billie Jean King viene nominata da James Belushi ne La vita secondo Jim.
Una donna straordinaria Billie Jean!
#31donnechehannocambiatoilmondo
Tiziana Giusto
info@tizianagiusto.it

Professionista del coaching, della comunicazione, della crescita personale, professionale e dell’Empowering al Femminile. Ti supporto nella tua crescita personale, attraverso percorsi e formazione mirata.

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