Ada Lovelace: la donna ricordata come prima programmatrice di computer al mondo #31donnechehannocambiatoilmondo

Ada Lovelace, nasce a Londra il 10 dicembre 1815, come ‘unica figlia legittima del poeta Lord Byron e di sua moglie, Anne Isabella Milbanke (detta “Annabella”).
Il 16 gennaio del 1816 Annabella, per ordine di Byron, lasciò la casa del marito e si trasferì in quella dei suoi genitori a Kirkby Mallory, portando con sé la piccola Ada, che aveva appena un mese di vita. Nonostante la legge inglese desse al padre piena custodia dei figli in caso di separazione, Byron non rivendicò i suoi diritti di paternità. Il 21 aprile Byron firmò l’atto di separazione e, sebbene con riluttanza, lasciò per sempre l’Inghilterra alcuni giorni dopo. Byron non ebbe alcuna relazione con sua figlia e morì nel 1824, quando lei aveva solo 9 anni; per Ada la madre fu la sola figura familiare importante.
La piccola era spesso malata, fin dalla prima infanzia: all’età di otto anni soffriva di cefalea, che le procurava problemi alla vista. Nel giugno del 1829, a causa del morbillo, rimase paralizzata e costretta a rimanere a letto per quasi un anno. Solo nel 1831 tornò a camminare con l’aiuto di grucce.
Nonostante le malattie, Ada continuò il suo percorso di istruzione: su iniziativa della madre, terrorizzata dall’idea che potesse dedicarsi alla poesia come il padre, all’età di 17 anni fu istruita in matematica e scienze da William Frend, William King e Mary Somerville, illustre matematica che aveva tradotto in inglese i lavori di Laplace e aveva scritto dei testi utilizzati all’Università di Cambridge. La Somerville incoraggiò Ada nel proseguire gli studi matematici e tentò inoltre di farle apprendere i principi fondamentali della scienza, ponendoli in una dimensione più vicina alla sfera filosofica e poetica. In seguito ebbe come tutore il celebre matematico e logico Augustus De Morgan, professore all’Università di Londra, che si occupò negli anni successivi di introdurre Ada a studi di livello più avanzato di algebra, logica e analisi, fatto inconsueto per una donna del suo tempo.
Dal 1832 l’abilità di Ada cominciò ad emergere ed il suo interesse per la matematica dominò tutta la sua vita anche dopo il matrimonio. In una lettera alla madre di Ada, De Morgan l’informò dell’abilità di sua figlia e le disse che poteva diventare “un eccellente ed originale matematico”, addirittura “un’eminenza di prima categoria”. Ada era anche dedita alla musica, in particolare amava suonare l‘arpa.
Il 5 giugno 1833, ad un ricevimento tenuto dalla Somerville, Ada ebbe modo di incontrare il matematico Charles Babbage, all’epoca già autore della macchina differenziale. Altre conoscenze di rilievo furono Sir David Brewster, Charles Wheatstone, Charles Dickens e Michael Faraday. Dal 1834 frequentò regolarmente la Corte.
L’8 luglio 1835 Ada sposò William King-Noel, conte di Lovelace. Il suo titolo, per la maggior parte della sua vita coniugale, fu quello di Onorevole Contessa di Lovelace. La loro residenza si trovava in una grande tenuta a Ockham Park, presso Ockham, ma la coppia aveva anche un altro possedimento a Torridon, nelle Highlands, e una casa a Londra. Ebbero tre bambini: Byron, nato il 12 maggio 1836, Anne Isabella (chiamata Annabella, nota come Lady Anne Blunt), nata il 22 settembre 1837, e Ralph Gordon, nato il 2 luglio 1839. Subito dopo la nascita di Annabella, Ada fu colpita da una grave malattia, per guarire dalla quale le occorsero diversi mesi. Nel 1841 sua madre le rivelò che Lord Byron era il padre di Medora Leigh (figlia della sorellastra dello stesso Byron). In merito, il 27 febbraio 1841 Ada scrisse a sua madre: “Non sono affatto stupita. Infatti lei conferma soltanto quello che io ho per anni ed anni sospettato, ma ha ritenuto di non dirmi questa cosa impropria”. Non diede la colpa della relazione incestuosa a Byron, bensì ad Augusta Leigh (“Io temo che lei sia molto cattiva”. Annabella tentò comunque di distruggere la figura di Byron agli occhi di sua figlia e cercò in tutti i modi di istigarla ad attaccare suo padre.
Ada Lovelace incontrò e corrispose in molte occasioni con Charles Babbage. Rimase affascinata dall’universalità delle sue idee e, interessatasi al suo lavoro, iniziò a studiare i metodi di calcolo realizzabili con la macchina differenziale e la macchina analitica. Babbage fu colpito dall’intelligenza della Lovelace e dalla sua abilità e la soprannominò l’Incantatrice dei Numeri (The Enchantress of Numbers). Nel 1842 Charles Babbage fu invitato a tenere un seminario sulla sua macchina analitica al secondo Congresso degli scienziati italiani, che si teneva presso l’Università di Torino. Luigi Federico Menabrea, giovane ingegnere italiano e futuro primo ministro del Regno d’Italia, si dedicò successivamente a una descrizione del progetto di Babbage, che pubblicò col titolo Notions sur la machine analytique de Charles Babbage nell’ottobre del 1842 alla Bibliothèque Universelle di Ginevra. Babbage chiese ad Ada Lovelace di tradurre in inglese il saggio di Menabrea e di aggiungere eventuali note. Durante un periodo di nove mesi, tra il 1842 e il 1843, Ada si occupò di tradurre e commentare tale materiale, che di seguito fu pubblicato su The Ladies Diary e Scientific Memoirs di Taylor sotto le iniziali A.A.L.. Il lavoro della Byron fu talmente accurato che il testo di Menabrea si ampliò, dalle venti pagine originali, a circa cinquanta in virtù delle note aggiunte dalla curatrice.
Ada Lovelace avviò una corrispondenza con Menabrea. Egli la spinse ad integrare nella pubblicazione le sue note; inoltre i due matematici si scambiarono idee e prospettive sulle future possibilità delle macchine analitiche. Nel suo articolo, pubblicato nel 1843, la Lovelace descriveva tale macchina come uno strumento programmabile e, con incredibile lungimiranza, prefigurava il concetto di intelligenza artificiale, spingendosi ad affermare che la macchina analitica sarebbe stata cruciale per il futuro della scienza, anche se non riteneva che la macchina potesse divenire pensante come gli esseri umani.
Nel 1953, più di cento anni dopo la sua morte, furono ripubblicate le note della Lovelace sulla macchina analitica di Babbage. La macchina è stata riconosciuta come un primo modello per il computer e gli appunti di Ada come una descrizione di un computer dotato di software.
Le sue note furono identificate alfabeticamente dalla A alla G. Nella nota G, Ada descrive un algoritmo per la macchina analitica per calcolare i numeri di Bernoulli, che oggi viene generalmente riconosciuto come il primo programma informatico della storia, motivo per il quale è considerata da molti come la prima programmatrice della storia dei computer.
Babbage tuttavia non dava credito a significative influenze altrui in merito ai risultati da lui ottenuti, sia oralmente sia per iscritto, e i biografi dibattono l’estensione dei contributi originali di Ada: « Io le suggerii di aggiungere delle note alla monografia di Menabrea, un’idea che immediatamente fu adottata. Noi discutemmo insieme alle varie illustrazioni che sarebbero state presentate: io ho contribuito molto anche se lei ha dato un suo determinante tocco personale. Così pure, era stato nel lavoro del programma per la macchina, volto a calcolare i numeri di Bernoulli, dove la Lovelace riuscì anche ad individuare un gravissimo errore compiuto da me. »
Ada però fu una delle poche persone a capire pienamente le idee di Babbage e grazie a ciò riuscirono a creare un programma per la macchina analitica. Vi sono, in effetti, degli indizi (monografia di Menabrea) dove probabilmente Ada suggerisce anche l’uso di schede perforate del Telaio Jacquard per la seconda macchina di Babbage. Successivamente Ada intraprese una corrispondenza anche con altri illustri scienziati, come Michael Faraday e John Herschel.
Ada Lovelace fu colpita da un cancro uterino, con un quadro clinico probabilmente aggravato dai salassi ai quali il medico la sottoponeva. La sua malattia durò alcuni mesi, nei quali subì il controllo della madre, che tenne lontano da lei amici e confidenti. Precedentemente convinta materialista, subì il suo influsso anche dal punto di vista religioso e fu persuasa a pentirsi della sua precedente condotta di vita e a nominare la madre quale esecutrice testamentaria.
Dal 30 agosto del suo ultimo anno di vita perse il contatto con suo marito, dopo avergli confessato qualcosa che lo spinse ad abbandonarla: non è nota la natura di tale confidenza, ma si ipotizza che potesse trattarsi di adulterio.
Ada Lovelace morì il 27 novembre 1852, all’età di 36 anni, e fu seppellita accanto al padre nella chiesa di santa Maria Maddalena ad Hucknall (nel Nottinghamshire), su sua richiesta.
Tiziana Giusto
info@tizianagiusto.it

Professionista del coaching, della comunicazione, della crescita personale, professionale e dell’Empowering al Femminile. Ti supporto nella tua crescita personale, attraverso percorsi e formazione mirata.

2 Comments
  • Silvia
    Posted at 05:37h, 22 Marzo Rispondi

    Ma quanto erano avantinun tempo?? 😉

    • tiziana giusto
      Posted at 12:59h, 15 Giugno Rispondi

      Davvero tanto cara Silvia. Dobbiamo tanto a donne straordinarie come lei. Ed ognuna di noi con i suoi talenti può contribuire a rendere migliore il mondo, dobbiamo imparare a credere di più in noi stesse!

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